MONEYBALL – L’azienda Atalanta

MONEYBALL – L’azienda Atalanta

Nell’ultimo incontro del ciclo “Moneyball” il direttore generale ha tenuto una lezione per gli studenti dell’Imiberg sull’organizzazione di questa azienda speciale che è l’Atalanta.

MARINO: L’AZIENDA ATALANTA, IO PREFERISCO “L’ATALANTA”

Questa mattina si è svolta l’ultima lezione del ciclo “Moneyball – Tra calcio e business a lezione con Atalanta”, organizzato con Atalanta. L’argomento di oggi era: “L’azienda Atalanta. Tra campo, mercato, nuovo stadio e bilanci, chi tira le fila?”, professore per un giorno Umberto Marino, direttore generale neroazzruro.

Partendo da una presentazione personale e del proprio percorso professionale, Marino ha delineato gli elementi essenziali della struttura organizzativa di Atalanta ed è stato sottoposto, infine, ad una serie di domande che gli studenti hanno formulato nei giorni scorsi preparandosi alla lezione.

Presenti le classi del liceo scientifico sportivo e dell’istituto tecnico economico Imiberg più alcuni uditori esterni: studenti universitari, genitori di alunni Imiberg e altri interessati.

Molti sono i temi approfonditi dal direttore generale, ma elemento comune che ha accompagnato la tutta lezione è stata la chiara sensazione che i vertici di Atalanta percepiscono effettivamente la società come un’azienda del tutto speciale, perché vive e si nutre della passione della gente, in primo luogo della passione della famiglia Percassi. Questo la rende un’azienda del tutto peculiare, che non sempre risponde alle dinamiche che guidano le altre realtà produttive.

Esempio di questo è la questione stadio. Atalanta, per vincoli architettonici e urbanistici legati alla storicità dell’edificio e alla sua collocazione urbana, difficilmente vedrà nello stadio di proprietà un investimento in grado di portare forti incrementi dei ricavi. La tribuna rimarrà per forza di cose “piccola” e lo stadio non potrà essere sfruttato con l’insediamento di grandi attività commerciali… pertanto lo stadio, come dice Marino, è un regalo che la famiglia Percassi ha voluto fare alla città di Bergamo.

Sempre sulle peculiarità dell’azienda Atalanta, interessante è stato lo spunto, favorito dalla domanda di un genitore, sulla presenza di un terzo “polo” che si inserisce nella normale dialettica tra proprietà e management di un’azienda: in una squadra di calcio ci sono anche i tifosi (e a Bergamo quindi un popolo intero) che sono elemento fondamentale da prendere in considerazione per prendere le decisioni che riguardano la vita ordinaria e straordinaria della società.

Significativa inoltre l’insistenza sull’importanza della formazione anche umana e culturale dei ragazzi delle giovanili. È un’attenzione vera, Atalanta investe nel settore giovanile più di 7 milioni di euro ogni anno. Ma questo non per una “fissazione” educativa, ma perché il calciatore è una persona a tutto tondo e la sua formazione umana e culturale ne impreziosisce anche il valore. Doti come la disponibilità al lavoro e al sacrificio e il rispetto delle regole fanno di un giocatore un professionista più completo, che più facilmente potrà fare carriera.

Si è parlato molto anche di bilanci. Atalanta negli ultimi anni sta viaggiando forte, con un incremento importante dal 2016 al 2017. Il direttore generale, senza sbottonarsi più di troppo, conferma che per il 2018 siamo sulle stesse cifre dell’anno precedente. Le voci che hanno permesso di mantenere livelli di fatturato così alti sono stati i diritti TV per la Serie A, le cessioni importanti e gli introiti per l’Europa League.

Interessante, da questo punto di vista, anche l’approfondimento sugli strumenti della gestione finanziaria del club. Pochi sanno che esiste una camera di compensazione della Lega di Serie A (e una per B e Lega Pro) per gestire i flussi di denaro tra le squadre durante il mercato. Strumento molto innovativo e allo studio da parte della FIFA come modello.

Una lezione ricca di spunti di approfondimento, un’occasione, insieme ai tre precedenti appuntamenti del ciclo, per scoprire più da vicino, interloquendo con i diretti interessati, quello che sta dietro all’Atalanta, ma più in generale al mondo del calcio e allo sport professionistico.